Ing. Marco Mari: “La sostenibilità nella filiera edilizia e immobiliare e le sfide per valorizzare le migliori competenze del Paese Italia.”

Con un’esperienza ventennale in tema di sostenibilità e nella certificazione nell’ambito dell’edilizia sostenibile e dei prodotti, Marco Mari, è oggi tra le persone più autorevoli e accreditate in Italia per poter affrontare il tema della transizione che la filiera edilizia e immobiliare sta vivendo. Indicato nel 2021 dal Ministero dell’Ambiente tra gli otto esperti del G20 Ambiente oltre che in supporto al Commissario Straordinario di Governo per la Ricostruzione Sisma 2016, collabora sui temi dello sviluppo sostenibile a livello nazionale e internazionale con importanti organizzazioni oltre che in supporto al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Mari ha da poco terminato il mandato di presidenza in Green Building Council Italia – GBC Italia – associazione no profit facente parte del network internazionale World GBC, la più grande community al mondo che opera nel mercato delle costruzioni e dell’immobiliare sostenibili. E proprio i protocolli targati GBC sono al centro del progetto Città Verde, l’operazione immobiliare firmata da La Leva e commercializzata da Coldwell Banker Living Dmore nel quartiere di Colle Ardeatino a Roma, che ha avviato il processo di certificazione per misurare le prestazioni di sostenibilità.

Edificio sostenibile

“Per capire cos’è un edificio sostenibile – spiega Marco Mari – bisogna partire dalla definizione internazionalmente riconosciuta, definita dall’ente normatore Ashrae nel 2006, che prende in considerazione due aspetti: Il primo, che un edificio è un sistema complesso e come tale non si può agire su una singola variabile ma serve un approccio olistico; Il secondo, che un edificio è sostenibile se, nell’intero ciclo di vita, è capace di ridurre al minimo il consumo di risorse naturali, di rifiuti solidi e liquidi, gli impatti negativi sugli ecosistemi e al contempo di massimizzare la qualità dell’ambiente interno sia in termini di comfort che di salubrità per i propri abitanti. Per ottemperare a questa definizione sono stati realizzati i “protocolli energetico-ambientali, rating system”, strumenti che sono al contempo una linea guida in fase progetto e costruzione, nonché un sistema di rendicontazione e certificazione finalizzato a garantire la riduzione degli impatti ambientali e a massimizzare gli aspetti della qualità del vivere. I primi protocolli nascono oltre venti anni fa negli Stati Uniti, ad opera di U.S. GBC, denominati LEED® (Leadership in Energy and Environmental Design), oggi diffusi in oltre duecento paesi nel mondo, tra cui l’Italia”.

Nel nostro Paese, l’associazione GBC Italia ha specializzato i protocolli energetico-ambientali LEED®, tenendo in considerazione le specifiche del mercato italiano e generando strumenti autorevoli e robusti – Spiega Marco Mari – “L’Italia ha tipologie edilizie molto peculiari rispetto agli Stati Uniti o a gran parte dell’Europa, dove spesso realizzano edifici per un ciclo di vita breve. La cultura del costruire in Italia prevede invece edifici che garantiscano lunga durata, non è un caso se oltre il 30% del patrimonio edilizio è costituito da edifici di valore storico. Proprio in virtù di tale peculiarità GBC Italia ha definito il primo ed unico protocollo energetico ambientale rating system per il restauro e la riqualificazione degli edifici storici (GBC Historic Building®), oltre a specializzare per la normativa nazionale altri protocolli, come ad esempio GBC Home® per edilizia residenziale e l’ospitality tratto dall’omologo internazionale LEED Home® e GBC Quartieri® applicabile agli sviluppi urbanistici e tratto dall’internazionale LEED Neighborhood®”.

L’esempio di Città Verde

Città Verde è un ottimo esempio di come questi protocolli trasformeranno non solo il mercato edilizio nel nostro Paese, ma anche le aspettative e la qualità dell’abitare di chi deciderà di godere dei tanti aspetti sociali ed ambientali del quartiere – prosegue Marco Mari –  “Lo sviluppo immobiliare di Città Verde ha tenuto in conto di un ampio spettro di aspetti che oggi sono conosciuti sotto l’acronimo ESG (Environmental, Social and Governance), utilizzando a tal fine un processo di verifica e certificazione basato su due differenti protocolli energetico-ambientali per realizzare interventi a basso impatto e alta qualità: GBC Home® e GBC Quartieri®. Con il protocollo GBC Home®, è stato avviato il processo di certificazione dei cinque nuovi edifici condominiali e ne è prevista la applicazione anche per ulteriori in fase autorizzativa. “Le prassi e le verifiche necessarie al processo di certificazione con il protocollo GBC Home® prevedono molti aspetti, ad esempio nei processi di cantiere sono realizzati maggiori controlli finalizzati a ridurre la generazione di polveri e di rumore, mitigando sia il disturbo arrecato a chi abita nelle vicinanze, sia gli impatti ambientali durante i lavori”.

“Ulteriori aspetti riguardano la riduzione degli impatti che le opere di urbanizzazione hanno sull’ecosistema, prevedendo ad esempio soluzioni naturali, come: l’utilizzo di superfici drenanti e riflettenti che riducono l’accumulo della luce del sole e il relativo aumento di temperatura e favoriscono al contempo una elevata capacità di resistere a eventi meteorologici estremi; l’utilizzo di impianti capaci di limitare i consumi idrici per un risparmio di oltre il 50% rispetto ad un edificio tradizionale, anche mediante il recupero delle acque piovane che vengono riutilizzate per l’irrigazione; materiali a filiera corta per ridurre l’impatto dei trasporti e massimizzare le tipicità del territorio. Ma che prevedono anche soluzioni tecnologiche, capaci di ottenere una forte riduzione dei costi in bolletta per i consumi energetici, grazie anche ad un opportuno dimensionamento delle pareti esterne e degli impianti di produzione da fonti rinnovabili in abbinamento a sistemi di accumulo dell’energia, capaci di ridurre le emissioni di CO2 di oltre il 30% rispetto ad un edificio classico”.

La situazione in Italia

Anche nel nostro Paese l’incidenza delle malattie respiratorie è fortemente dovuta a ciò che respiriamo negli ambienti in cui viviamo e uno sviluppo, per essere realmente sostenibile, non può focalizzarsi solo sulla riduzione degli impatti energetici e ambientali ma deve mettere al centro il benessere e la qualità dell’abitare delle persone che li abitano. “Va sottolineata la grande attenzione posta agli aspetti di comfort e salubrità. Sforzo che si traduce per gli edifici di Città Verde, ad esempio, nella scelta di opportune tecnologie per la ventilazione meccanica, finalizzata ad una migliore qualità dell’aria e confort all’interno degli appartamenti, o nella progettazione di ampie superfici vetrate per massimizzare la quantità di luce naturale, o ancora nella oculata selezione di materiali e finiture con certificazioni che garantiscono basse emissioni nocive quando utilizzati all’interno dell’edificio e in ogni singolo appartamento”. Un nuovo stile di vita per un abitare realmente sostenibile che travalica il progetto dei singoli edifici ed appartamenti e si estende anche a livello del quartiere in conformità al protocollo GBC Quartieri®. – precisa Mari – “Anche gli aspetti di progettazione urbanistica del quartiere Città Verde sono sottoposti a certificazione con un protocollo energetico-ambientale dedicato, si tratta di GBC Quartieri®. Tale strumento amplia gli aspetti prestazionali dedicati ai singoli edifici imponendo di perseguire una serie di attenzioni volte a migliorare l’esperienza di vita e di convivenza dell’intero insediamento. Non è un caso, ad esempio, se nel quartiere più della metà della superficie è destinata a verde pubblico e di questa oltre il 30% ad attività sociali”.

Progettare sostenibile

Progettare in modo sostenibile vuol dire occuparsi in modo integrato di edifici e di infrastruttura verde e blu, per massimizzare il contatto con la natura che influisce positivamente non solo sugli aspetti di impatto ambientale ma anche e soprattutto sul benessere psicofisico delle persone che vi abitano. – sottolinea Mari –Seguendo le prescrizioni del protocollo GBC Quartieri® nel progetto urbanistico di Città Verde gli edifici sono stati progettati immersi in un parco, dove a portata di mano, sono fruibili servizi ecosistemici e per la collettività, dalle piste ciclabili alla connessione con le fermate del trasporto pubblico, alle aree di gioco per i bambini e a quelle dedicate all’attività all’aria aperta per tutti, permettendo la socializzazione degli abitanti ed uno stile di vita più sano ed in contatto con la natura”. Attualmente, in Italia esistono oltre 20 milioni di mq di edifici che rispettano i protocolli energetico ambientali. Un numero che posiziona il nostro Paese al secondo posto in Europa e nono nel mondo.

“Il principale sviluppo è già avvenuto al nord Italia e nelle grandi città come Milano, ma si sta estendendo rapidamente ovunque, ad esempio anche nelle aree di ricostruzione post sisma e finalmente nella Capitale – spiega Marco Mari – il fenomeno si è avviato inizialmente con i grandi processi di riqualificazione urbana finanziati dai principali fondi di investimento. La finanza è difatti sempre più vincolata a dimostrare conformità agli obiettivi di sviluppo sostenibile a livello internazionale e l’Europa ha definito un piano strategico per la transizione ecologica che vede nella rigenerazione urbana un asset centrale. Ne sono un esempio la nuova direttiva sulla “green finance” – la Tassonomia – recentemente varata, e la prossima direttiva sugli edifici green (Energy Performance Building Directive – EPBD) che contemplano i processi di rendicontazione, per i quali i rating system sono un indicatore sintetico, utile sia per la valutazione del rischio di credito, sia per il grado di sostenibilità dell’immobile a garanzia del suo valore futuro”. Non riusciamo più a girarci dall’altra parte sul fronte dei cambiamenti climatici: pensiamo ai terremoti o agli eventi meteorologici estremi che si presentano con sempre maggiore frequenza e impatto. “Serve agire ora su tutte le nuove opere – sottolinea Marco Mari – abbiamo ben compreso che le nostre abitazioni dovranno sempre più essere in grado di reggere a fenomeni naturali estremi. La qualità delle opere è strettamente connessa agli aspetti ambientali e sociali e solo ponendoci obiettivi di resilienza e sostenibilità in modo integrato saremo in grado di mantenere nel tempo il valore del principale investimento della nostra vita, la casa. L’Italia sta andando veloce, ma ancora rimane molto da fare ed è per questo che l’esempio di Città Verde, anche perché a Roma, diventa un caso importante per l’intero Paese dimostrandoci che tali obiettivi sono alla nostra portata”.

Una rivoluzione

Quello che dobbiamo aspettarci è dunque una rivoluzione culturale che in parte è già in atto. Qualcosa che abbiamo già nella nostra storia, nelle nostre radici culturali. “In Italia abbiamo una tra le più importanti culture del costruire edifici e infrastrutture – conclude Marco Mari – basti pensare ai tanti meravigliosi esempi di edilizia storica, chiese, infrastrutture e parchi storici disseminati ovunque lungo la penisola. Una cultura del buon costruire che deve essere riscoperta e riportata a metodo, riappropriandoci di prassi che un tempo chiamavamo “la buona regola d’arte”. I protocolli energetico-ambientali rating system servono proprio a questo, mettere a sistema e rendere misurabile e certifica bile i tanti esempi della regola d’arte, sono in sintesi i corretti strumenti per far riemergere un nuovo Made in Italy, in cui la qualità progettuale, la qualità realizzativa e di gestione degli asset, abbinati a un robusto processo di rendicontazione e certificazione terza siano a garanzia del valore prodotto per tutte le parti interessate, dal finanziatore all’acquirente, alla collettività”.

Una sfida da vincere

Conclude Mari: “Oggi la sfida che abbiamo difronte è quella di realizzare opere che siano capaci di resistere ai cambiamenti climatici in atto e che al contempo aiutino le persone a perseguire uno stile di vita e a una qualità dell’abitare sempre più resiliente, sostenibile e salubre”.